VOI NON SIETE NAPOLETANI

e potremmo aggiungere ” ci dispiace per voi!!”…
sì, perché solo l’ estro e l’ orgoglio di un napoletano doc come Geppi di Stasio potevano dare vita ad uno spettacolo in cui si da una versione diversa dell ‘unità d’Italia vista dalla parte dei perdenti.
Con una carrellata di sketch divertenti, canzoni della più nobile tradizione napoletana, ma soprattutto con cenni storici ufficiali e non, come l’ inno delle due Sicilie o il proclama di Francesco II, l’ autore coinvolge il pubblico, dimostrando come l ‘ unità d’Italia sia stata per il Sud la più grande truffa della storia.
Un popolo che fino al 1860 era all’ avanguardia nella cultura, nella musica e nell’ industria si ritrova all’ improvviso ad essere classificato solo come una massa di briganti.
Ma come spesso succede nei popoli oppressi, la naturale genialità ed ironia dei napoletani riesce a ribellarsi pacificamente generando le migliori opere musicali e teatrali.
E proprio con il suo modo un pò particolare di interpretare le canzoni più celebri o la poesia “io vulesse truvà pace” del grande Eduardo, Geppi di Stasio emoziona lo spettatore, facendogli arrivare fin nel profondo ogni singola parola.
Momenti così intensi sono intervallati dagli sketch esilaranti di Alida Tarallo e Carlo Badolato, ma soprattutto dalla presenza della splendida Roberta Sanzò la quale , oltre agli altri interventi, nella sua elegante rappresentazione della “sciantosa” , alleggerisce la naturale patina di “volgarità” che caratterizza il personaggio originale, rendendolo così più idoneo al contesto di uno spettacolo frivolo solo in apparenza.
Il tutto è supportato magistralmente dalla musica dal vivo di Sergio Colicchio al pianoforte e Massimo Bonforti alle percussioni.
La presenza sin dall’inizio della piccola Martina Paruccini, scelta non a caso in rappresentanza del Sud in generale, testimonia il messaggio dell’autore che, oltre all’ affermare con orgoglio le proprie origini, affida il reale desiderio di un riscatto morale del Sud nel gesto simbolico del volo del palloncino bianco che Martina lascia libero verso il cielo.
L’ artista esordisce avvisando lo spettatore ” questo non è uno spettacolo comico ma tragico”.
Potremmo invece concludere dicendo “questo è uno spettacolo intelligente” che dà spunto a molte riflessioni ed interrogativi.

Recensione a cura di Maria Pia Ascione.